Post Facebook in 3D

All’incirca nel mese di febbraio del 2018, Facebook ha introdotto la possibilità di realizzare post con contenuti tridimensionali; preso dai possibili risvolti rivoluzionari di questa nuova implementazione – dal potere interagire con oggetti del tutto liberamente, al poterli visualizzare, grazie alle varie API dedicate, con visori immersivi – studiai come fare, con il risultato seguente:

Nel frattempo diversi colleghi e amici mi hanno chiesto come fare, ho pensato di raccogliere qui un po’ di materiale a supporto che possa essere d’aiuto. Per il momento, Facebook consente il caricamento di file (di un particolare tipo, come si dirà più avanti) con un peso massimo di 3 mb, “dimensioni ancora minori sono l’ideale” come si legge nella documentazione a supporto; l’esperienza qui illustrata mi porta a dire meglio mantenersi sui 2 mb. Emerge così immediatamente il primo, grosso problema qualora si volesse portare in Facebook un contenuto realizzato, ad esempio, in fotogrammetria, come il leone protagonista di questo caso studio, base dello stipite destro del portale esterno della basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Realizzato da una collaboratrice durante un corso da me tenuto, è stato scelto per l’esperimento data la sua compattezza e al contempo per l’alta definizione di alcuni dettagli, quali la criniera. Esportato in .fbx (formato da preferire, come vedremo), il file risultante aveva un peso di oltre 20 mb: quasi 7 volte il limite imposto da Facebook. La grande difficoltà, quindi, è stata semplificare le geometrie del solido fotogrammetrico, cercando di non perdere al contempo la definizione dei dettagli. Nella galleria sottostante, il modello fotogrammetrico ottenuto con Agisoft PhotoScan:

L’immagine sottostante, invece, rappresenta lo stesso modello semplificato dopo una trasformazione in 3D Studio Max per eliminare le luci, e un passaggio in Polyworks – da evitare Meshmixer – per decimare le geometrie:

 

Da notare un’apparente conservazione del dettaglio, apparenza che svanisce ingrandendo il modello, come si evince dall’immagine soprastante, a sinistra: le dita della zampa posteriore destra del leone rivelano la semplificazione della geometria, con le tipiche sfaccettature spigolose dovute alla soppressione di poligoni intermedi. Si può giocare con i valori di compressione in base al modello con cui si sta lavorando, ma una notevole perdita di dettaglio sarà un male inevitabile. Dopo il passaggio in Polyworks, il file del leone pesa 3 mb. Ancora troppo, non è però un problema.

I post 3D di Facebook richiedono un formato particolare: supporta solo file .glb, versione binaria del formato file glTF 2.0. Nessun problema: i file .fbx possono essere facilmente e direttamente convertiti in .glb seguendo le istruzioni qui elencate. Occorre prestare attenzione alle avvertenze per una corretta conversione del file, enucleate qui, che tuttavia non sempre possono essere seguite: si riferiscono infatti a modelli 3D puri, e non derivanti invece da fotogrammetria – e immagino che lo stesso valga anche per 3D derivanti da laser scanning. La conversione comprime ulteriormente il file, nel nostro caso arrivando a pesare solo 2.29 mb. Una volta trasformato, è consigliabile validare il file tramite l’apposito strumento online qui disponibile.

Finita tutta la procedura – tra tentativi di compressione e altro, a me ha richiesto quasi 4 giorni – si avrà un file che potrà essere aggiunto ad un post Facebook con le medesime modalità di una fotografia; il social network riconoscerà il file come elemento 3D e, una volta pubblicato, ne consentirà la fruizione multipiattaforma.

Come mai il leone del post in alto sembra tanto differente da quello ottenuto dopo la decimazione delle geometrie? Il motivo è da ricercarsi nella texture: va trattata in modo particolare, a causa dell’illuminazione dell’oggetto e del contesto, altrimenti si otterrà un effetto lievemente metallico, proprio come nel post. Essendo stata la mia una prova speditiva riguardo le geometrie, non mi sono soffermato sulla texture, anche per mancanza di tempo.

In conclusione, ci vorrà ancora molto tempo prima che Facebook possa dare del filo da torcere a visualizzatori come SketchFab o 3DHop; l’unico vero punto di forza è l’essere parte integrante di un sistema altamente socializzato, tale da favorire un immediato reposting e quindi aumento dell’audience del modello 3D, grazie alla facilità di utilizzo della piattaforma di Zuckemberg.